(SF) Aveva destato ampio clamore la comunicazione trasmessa dal Dipartimento della Funzione pubblica (link) che, prima ancora di acquisire le opportune informazioni sulla reale situazione, sulle ragioni e sulle modalità di adozione e attuazione della decisione da parte dell’ente, sembrava censurare il Comune sulla base della semplice segnalazione pervenuta da una sigla sindacale. L’organizzazione sindacale lamentava la revoca “con effetto immediato dello svolgimento del lavoro agile, provocando un generalizzato rientro di tutto il personale in servizio, in assenza dell’adozione del Protocollo di Ente che preveda tutte le misure di sicurezza nei luoghi di lavoro”. E tale espressione era riportata nel testo della comunicazione, associata al richiamo alle disposizioni vigenti, lasciando intendere che il Comune, in qualche modo, ne avesse violato il contenuto e conseguentemente sarebbe stato invitato ad adeguarvisi. Con una successiva nota, dell’11 settembre scorso, invece, si apprende che “preso atto di quanto comunicato dal Segretario Generale dell’Ente con l’unita nota, acquisita agli atti di questo Ispettorato con prot. n. DFP-57462 in data odierna, non riscontrando profili di irregolarità, si dispone la chiusura del procedimento e la contestuale archiviazione dello stesso. Share on FacebookTweetFollow usSave Navigazione articoli Cassazione. Al Giudice ordinario le controversie sul legittimo affidamento alla P.A. (video sintesi) Complessità e incongruenze nelle indicazioni di “opportunità” dell’ANAC