di Vito Antonio Bonanno, Segretario generale del Comune di Alcamo La Sezione delle Autonomie della Corte dei conti ha approvato, con delibera n. 14/2021, (testo in fondo alla pagina) la relazione “Prime analisi sulla qualità della spesa dei Comuni” nella quale riferisce i risultati di una specifica analisi sulla gestione di alcuni rilevanti servizi comunali, quali le funzioni di amministrazione, gestione e controllo, polizia locale e rifiuti, che assorbono il 45% della spesa corrente degli enti locali, per un ammontare di circa 24 miliardi di euro. Dall’indagine emerge un quadro disomogeneo a livello territoriale in termini di impiego di risorse e qualità dei servizi: le linee di tendenza a livello generale mostrano, infatti, evidenti differenze Nord-Sud, peggiori prestazioni di qualità della spesa nei piccoli Comuni rispetto ai Comuni di medie dimensioni, laddove nei grandi emergono costi maggiori; una differenziazione su base regionale delle tendenze di spesa (incrementi/decrementi) da ricollegare a politiche regionali che influenzano attività e decisioni dei Comuni, per quanto concerne lo specifico servizio rifiuti, una maggiore raccolta differenziata sembrerebbe essere accompagnata da benefici di carattere economico, ossia minori costi a tonnellata, ma non al Sud, che stentano a convergere verso tale circolo virtuoso. L’analisi della Corte, alla luce della normativa più recente sulle misure di spending review che ha spostato l’attenzione dai tagli specifici su voci di spesa discrezionale alle misure di razionalizzazione volte a rendere l’attività delle Amministrazioni locali più performante, rileva, in particolare, i livelli di efficienza della spesa degli enti attraverso l’osservazione delle voci che incidono maggiormente sul versante qualitativo e degli output, per cogliere il rapporto tra i parametri di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa dispiegata. Il lavoro della magistratura contabile mette, quindi, a disposizione delle Amministrazioni locali benchmark di riferimento, ossia capisaldi per il confronto delle performance di qualità della spesa, utili per orientare le scelte di policy delle stesse Amministrazioni e di chi è deputato al loro coordinamento, tipicamente le Regioni, in ottica di recupero o miglioramento dell’efficienza. In questo contesto un tema sfidante è rappresentato dal controllo della razionalizzazione della spesa dei vari soggetti che saranno esecutori del Recovery plan, spesso collegati fra loro in logica di network. Come indicato dalla Commissione Europea, dalla catena dei soggetti finanziatori a quelli esecutori ed ai livelli nazionale-regionale-locale, dovrebbe essere impostato un sistema unitario di controlli, un cruscotto di indicatori di performance chiave (KPI). testo della deliberazione Share on FacebookTweetFollow usSave Navigazione articoli Cosa resta dell’autonomia locale dopo il riparto del “fondone” La Corte di Cassazione su operazione di riciclaggio e c.d. minimo etico